Rivista Corporate Governance ISSN 2724-1068 / EISSN 2784-8647
G. Giappichelli Editore

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ESG, Green Finance, assicurazioni e previdenza complementare (di Sara Landini, Ordinario di Diritto dell’economia presso l’Università degli Studi di Firenze)


Il saggio inquadra le strategie green per le compagnie di assicurazione a partire dall’orientamento green degli investimenti fino ai prodotti e le politiche green nel risk assesment sugli assicurati. Si considera inoltre come gli impatti delle politiche green sulla mitigazione/adattamento ai cambiamenti climatici e tutela dell’ambiente possono in generale favorire la riduzione fattori di rischio cui la compagnia può essere esposta. Il ruolo degli assicuratori nel raggiungimento di obiettivi di sostenibilità su scala globale si rivela anche sul fronte della governance ordinata a gestire i rischi in chiave sostenibile anche immettendo prodotti nel mercato in grado di consentire sostenibilità e resilienza.

 

ESG, Green Finance, insurance and pensions

The paper focuses on green strategies for insurance companies starting from the green orientation of investments up to green products and policies in the risk assessment of policyholders. It is also considered how the impact of green policies on mitigation / adaptation to climate change and environmental protection can generally favor the reduction of risk factors to which the company may be exposed. The impact of insurers on sustainability is also revealed on the governance front aimed at managing risks in a sustainable way and by placing products on the market that can allow sustainability and resilience.

Keywords: Green Finance – Insurance – Climate Change – Sustainability.

SOMMARIO:

1. Premessa - 2. Assicurazioni e finanza sostenibile. Sostenibilità e rischio - 3. Rischio climatico e sostenibilità assicurativa. Il caso del rischio in agricoltura - 4. Previdenza complementare e finanza sostenibile - NOTE


1. Premessa

Anche nel settore assicurativo è attuale il movimento verso la finanza sostenibile, qui con una particolarità perché gli aspetti green possono impattare a vario titolo sul rischio e sull’attività assicurativa. Al movimento green degli investimenti delle compagnie si accompagna quindi anche un movimento green per quanto riguarda i prodotti e le politiche di risk assessment sugli assicurati [1]. Ancora investimenti delle imprese in progetti di mitigazione e adattamento dei cambiamenti climatici e tutela dell’ambiente andranno in generale a favorire iniziative volte a ridurre fattori di rischio cui la compagnia può essere esposta. Come noto la finanza sostenibile si riferisce al processo di presa in considerazione delle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) quando si prendono decisioni di investimento nel settore finanziario, favorendo investimenti a lungo ter­mine in attività e progetti economici sostenibili. Le considerazioni ambientali includono la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, nonché l’ambiente più in generale, ad esempio la conservazione della biodiversità, la prevenzione dell’in­quinamento e l’economia circolare. Le considerazioni sociali si riferiscono a questioni di disuguaglianza, inclusività, relazioni di lavoro, investimenti nel capitale umano e nelle comunità, nonché questioni relative ai diritti umani. La governance delle istituzioni pubbliche e private – comprese le strutture di gestione, i rapporti con i dipendenti e la remunerazione dei dirigenti – assume un ruolo fondamentale nel garantire l’inclusione delle considerazioni sociali e ambientali nel processo decisionale. Nel contesto politico dell’UE, la finanza sostenibile è intesa come finanziamento per implementare la crescita economica e riallocare degli investimenti in tale chiave al fine di ridurre le pressioni sull’ambiente e tenendo conto degli aspetti sociali e di governance. La finanza sostenibile comprende anche la trasparenza, quando si tratta di rischi legati a fattori ESG che possono avere un impatto sul sistema finanziario, e la mitigazione di tali rischi attraverso un’adeguata governance degli attori finanziari e aziendali [2]. La finanza sostenibile gioca un ruolo chiave da svolgere nel realizzare gli obiettivi politici nell’ambito del Green Deal [continua ..]


2. Assicurazioni e finanza sostenibile. Sostenibilità e rischio

Studi abbastanza recenti mettono in relazione investimenti in progetti di finanza sostenibile e stabilità finanziaria delle compagnie [4]. Il concetto di sostenibilità sta cambiando nel settore assicurativo, così come nella più ampia comunità finanziaria ed economica. Gli assicuratori stanno valutando come le questioni ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) influiscono sulle assicurazioni e sugli investimenti, nonché su come i portafogli assicurativi e di investimento influiscono sull’ambiente e sulla società. Data l’influenza che il cambiamento climatico ha avuto sui profitti del settore assicurativo, il settore assicurativo è particolarmente interessato alla sostenibilità. Molte sono state le ricerche sul ruolo svolto dalla sostenibilità nello sviluppo economico. La maggior parte degli studi si concentra sul ruolo della responsabilità sociale d’impresa (CSR) [5]. Una compagnia di assicurazioni può confrontarsi sia con i rischi (rischi di sostenibilità) che con le opportunità (opportunità di sostenibilità). I modelli di business degli assicuratori dovrebbero mostrare un’ottima relazione con le pratiche CSR ed ESG, sia sul lato delle passività che su quello delle attività. Da un lato, gli assicuratori distribuiscono le risorse guadagnate dai premi ai clienti che subiscono perdite di reddito o di ricchezza (dimensione sociale) mentre collazionano e condividono i rischi. Il loro ciclo operativo e la sua durata, invece, consente loro di finanziare un in­gente volume di asset sia nel settore reale che finanziario. Dal lato degli asset, la sostenibilità dovrebbe quindi includere sia le componenti ambientali che quelle sociali. Infine i processi decisionali degli assicuratori sono attentamente controllati dai mercati e dalle autorità di regolamentazione con riguardo alla governance. Le autorità, infatti, impongono di valutare i rischi cui è esposta una compagnia generalmente intesi e non solo quelli assicurati. Tra questi vi sono anche rischi di sostenibilità quali rischi di cambiamento climatico, rischi ambientali e anche rischi sociali [6]. In Europa la direttiva 138/2008 nota come Solvency 2 vede tre pilastri centrali: risorse finanziarie adeguate (pilastro 1); un adeguato sistema di governance (compresa la gestione dei rischi) e [continua ..]


3. Rischio climatico e sostenibilità assicurativa. Il caso del rischio in agricoltura

È noto che l’innalzamento delle temperature globali è correlato anche a un aumento di frequenza di fenomeni estremi. Il 2020 in particolare è stato caratterizzato da elevato un numero di incendi, che hanno colpito in particolare l’Australia e gli USA, nonché da fenomeni alluvionali e inondazioni, che hanno interessato diverse zone dell’Asia e dell’Africa. Una grave siccità ha colpito invece il Sud America, in particolare nelle aree tra Brasile, Paraguay e Argentina. Quanto alla situazione italiana, dall’analisi del CNR-ISAC è emerso nel 2020 un aumento della temperatura di + 1,04°C rispetto al trentennio di riferimento 1981-2010. Si tratta, ad oggi, del secondo anno più caldo per il nostro Paese dal 1800, preceduto solo dal 2018 (l’annualità più calda in assoluto con un valore di + 1,17°C). Da un’ana­lisi di più lungo periodo emerge come dal 1980 a oggi la temperatura in Italia sia aumentata di circa 0,46°C per decennio, evidenziando un trend in costante ascesa. Numerose tempeste tropicali sono state rilevate 30 di cui 13 categorizzate come uragani. La difesa attiva, così come la difesa passiva rappresentano un’opportunità per il settore agricolo di prevenire i rischi in agricoltura legati al maltempo: – rientrano nella difesa cosiddetta passiva, le polizze assicurative con cui un’im­presa si tutela ricevendo un risarcimento in caso di danni; – la difesa attiva, invece, riguarda tutti quei sistemi che un’impresa può mettere in campo per proteggere fisicamente le coltivazioni e limitare gli effetti disastrosi che eventi come gelo, grandine, brina potrebbero avere sulla resa qualitativa e quantitativa del raccolto. L’Italia è stata uno dei primi Paesi europei ad aver affrontato, in modo sistematico, la gestione dei rischi in agricoltura con l’istituzione del Fondo di solidarietà nazionale (di seguito FSN) avvenuto con legge 25 maggio 1970, n. 364 uno strumento che ha istituzionalizzato il principio della solidarietà per le imprese che subiscono danni causati da variabili al di fuori del proprio controllo. Gli interventi che possono essere attivati a carico del FSN sono essenzialmente di due tipi: misure volte a incentivare la stipula di contratti assicurativi e interventi compensativi, esclusivamente nel caso di rischi non [continua ..]


4. Previdenza complementare e finanza sostenibile

Anche i Fondi Pensione sono stati influenzati dalla cultura della responsabilità sociale di impresa di cui l’adozione di codici etici rappresenta uno strumento e trovano riconoscimento nella normativa di settore [12]. Secondo quanto disposto dall’art. 16, d.lgs. n. 252/2005 a carico del lavoratore, sulle contribuzioni o somme a carico del datore di lavoro, diverse da quella costituita dalla quota di accantonamento al TFR, destinate a realizzare le finalità di previdenza pensionistica complementare, è applicato il contributo di solidarietà previsto nella misura del 10 per cento dall’art. 9-bis, d.l. 29 marzo 1991, n. 103 conv. con modificazioni dalla legge 1° giugno 1991, n. 166. La norma dispone che per le contribuzioni e le somme versate o accantonate, anche con il sistema della mancata trattenuta da parte del datore di lavoro nei confronti del lavoratore, a finanziamento di casse, fondi, gestioni o forme assicurative previsti da contratti collettivi o da accordi o da regolamenti aziendali, al fine di erogare prestazioni integrative previdenziali o assistenziali a favore del lavoratore e suoi familiari, è dovuto un contributo di solidarietà ad esclusivo carico dei datori di lavoro nella misura del dieci per cento in favore delle gestioni pensionistiche di legge cui sono iscritti i lavoratori. Altre sono le misure che possono essere adottate al fine di improntare la gestione delle risorse anche in chiave etica. Tra questi ricordiamo che l’ente promotore potrà deliberare di far effettuare da un soggetto terzo specializzato un’analisi sociale ed ambientale di portafoglio per valutare il livello di responsabilità sociale delle risorse finanziarie investite. La metodologia adottata in genere si ispira a norme e convenzioni universalmente riconosciute, emanate da organismi internazionali in materia di diritti umani, diritti dei lavoratori e tutela ambientale. Come detto una finanza etica potrà essere improntata alla selezione non solo di impatto ambientale ma anche sociale dei titoli in portafoglio. Si pensi ad interventi al sostegno alle microimprese, ad esempio, destinando una percentuale delle spese annuali al fondo di garanzia per le PMI, alla adozione di codici di condotta che indirizzino la società a pratiche responsabili. Dato che si tratta di indicazioni che possono attrarre gli aderenti incidendo sulle loro scelte nell’adesione [continua ..]


NOTE