Rivista Corporate Governance ISSN 2724-1068 / EISSN 2784-8647
G. Giappichelli Editore

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Le relazioni di Intesa Sanpaolo con il Sistema Accademico e Scolastico e i driver per l'inclusione educativa (di Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo)


La convivenza civile regolata dalla Costituzione della Repubblica Italiana prevede il diritto alla conoscenza e alla formazione come diritto inalienabile, nell’intento di prevenire la povertà educativa dei minori che vivono in contesti sociali svantaggiati, mediante l’inclusione allo studio.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo agisce in maniera strutturata ponendo in essere azioni concrete per fornire il proprio contributo alla valorizzazione dell’università e della ricerca ed è impegnato a sostenere l’inclusione, il diritto allo studio, il talento e in generale la centralità dell’istruzione e della ricerca, contribuendo a creare una cultura della conoscenza a sostegno delle future generazioni del Paese.

Intesa Sanpaolo's relations with the Academic and School System and the drivers for educational inclusion

Civil coexistence regulated by the Constitution of the Italian Republic provides for the right to knowledge and training as an inalienable right, with the aim of preventing educational poverty of minors living in disadvantaged social contexts, through inclusion in study.

The Intesa Sanpaolo Group acts in a structured manner by implementing concrete actions to make its contribution to the enhancement of universities and research and is committed to supporting inclusion, the right to study, talent and the centrality of education in general and research, helping to create a culture of knowledge in support of future generations of the country.

SOMMARIO:

1. Il valore dell’accademia italiana e i sistemi di valutazione dell’università - 2. Il modello di Relazione con le università - 3. La valorizzazione della ricerca accademica - 4. Il modello di relazione Intesa Sanpaolo con la Scuola: Le sfide dell’edu­cazione: dall’emergenza alla povertà educativa - 4.2. La povertà educativa - 4.3. Target e origini della povertà educativa - 4.4. La sfida di Intesa Sanpaolo: generare inclusione contrastando la povertà educativa - 4.5. Il modello di relazione adottato da Intesa Sanpaolo per contrastare la povertà educativa - 4.6. I progetti realizzati per la Scuola - 5. Modelli interni di gestione e aspetti legali nelle relazioni con scuola, università e ricerca - NOTE


1. Il valore dell’accademia italiana e i sistemi di valutazione dell’università

Le università svolgono un ruolo molto importante per l’innovazione e per il progresso dei Paesi, sia per la loro funzione di formatori delle giovani generazioni, sia perché sono il luogo dove si sviluppa la ricerca scientifica. Le università, inoltre, sono e sono state da sempre una risorsa strategica, al centro dei processi sociali e culturali, capaci di creare sviluppo e impatto sociale. Le università ed in particolare quelle italiane sono portatrici di tradizioni di studi secolari che fanno parte della nostra identità di uomini di oggi e che costituiscono una base fondamentale per il mondo di domani. Le università italiane rappresentano la storia del progresso culturale e scientifico dell’Italia ed il loro valore è quello di essere operatori capaci di agire a livelli profondi della società. Infatti è proprio nelle università che gli studenti entrano molto giovani per uscirne con attitudini da uomini adulti, gli insegnanti possono trovare a distanza di anni dalla laurea chi può motivare e accompagnare il loro aggiornamento, gli scienziati trovano un laboratorio permanente, si sviluppano tecnologie che possono essere trasferite alle industrie, si porta la conoscenza a tutti, non solo agli studenti (le università organizzano sempre più incontri di divulgazione aperti ai cittadini) e si crea un modello di convivenza degli individui che nasce dalla forza dei “saperi” e dalla loro reciproca interazione. Il sistema italiano è composto complessivamente da 98 istituzioni universitarie di cui: –    67 università statali; –    31 università non statali legalmente riconosciute (di cui 11 telematiche). Le università statali e le università non statali legalmente riconosciute (sia telematiche che non) sono equiparate e regolate dallo stesso quadro normativo, come peraltro sancito dall’Art. 33 della Costituzione della Repubblica Italiana [1]. Intesa Sanpaolo sostiene attivamente le università promuovendo, grazie alle importanti relazioni istituzionali intrattenute, il valore dell’accademia italiana. Negli ultimi decenni si è consolidato un pensiero piuttosto comune che associa il valore delle università alle valutazioni che vengono assegnate loro dai ranking. È evidente che questi sistemi di valutazione dell’accademia e [continua ..]


2. Il modello di Relazione con le università

Le relazioni con il mondo dell’università e della ricerca si configurano nel loro complesso come relazioni istituzionali intese come attività di relazione e rappresentanza nei confronti di amministrazioni pubbliche; per tale ragione gli aspetti principali da considerare nella costruzione di un modello di relazione adeguato sono quelli etici. La relazione istituzionale in ambito accademico, che si specifica rispetto ad una ordinaria relazione pubblica, si svolge attraverso contatti formali ed informali, diretti o indiretti, con le università e tutte le entità che appartengono al complesso mondo del­l’università e della ricerca, mediante la presentazione di proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa. I contatti debbono avvenire nel rispetto delle leggi e dei codici etici che disciplinano i comportamenti delle parti coinvolte in tale rapporto. La relazione deve essere svolta in modo professionale, con senso della legalità, intrinseca onestà, riservatezza, trasparenza. Un’azione di pressione in cui fossero posti in gioco interessi privati in contrasto con quelli accademici non sarebbe compatibile e quindi eticamente riprovevole oltre che sostanzialmente illegale [7]. Le relazioni con il mondo dell’università e della ricerca concorrono alla creazione di valore attraverso uno stabile sistema di relazioni e tutte le iniziative che ne scaturiscono devono necessariamente essere svolte attraverso criteri di legittimità, correttezza e trasparenza, nel rispetto alle informazioni comunicate. A differenza delle relazioni istituzionali con i decisori politici e pubblici, le relazioni istituzionali con le università presentano caratteristiche specifiche, dettate in parte dal loro complesso funzionamento regolato da normative specifiche che è bene conoscere a fondo per definire un adeguato modello di relazione con l’accademia italiana. La storia moderna delle università è segnata da un’importante data che è quella del 1848, anno in cui la legge Boncompagni (regio decreto 4 ottobre 1848, n. 818) diede luogo alla prima riforma degli studi superiori, in senso centralistico e laicistico. Tale legge prevedeva un controllo governativo delle scuole di ogni ordine e grado, sia statali che libere, attraverso il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (una sorta di odierno Ministero [continua ..]


3. La valorizzazione della ricerca accademica

Il sistema nazionale della ricerca è composto da soggetti, pubblici e privati, che in Italia effettuano attività di ricerca scientifica e tecnologica. Oltre alle università che svolgono una ricerca di base, si uniscono gli enti pubblici di ricerca impegnati in attività di ricerca con finalità più produttive e applicative. La ricerca è la metodologia utilizzata per accrescere la conoscenza scientifica ed è ritenuta, non solo in ambito economico, uno dei fattori chiave per la crescita e lo sviluppo della società nel medio-lungo periodo in virtù della sua potenziale capacità di fornire innovazione attraverso l’applicazione tecnologica e organizzata delle scoperte scientifiche, favorendo così il progresso della società. Gli enti pubblici di ricerca sono i seguenti: –    Area Science Park, Laboratorio di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste; –    ASI, Agenzia Spaziale Italiana; –    CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche; –    Istituto Italiano di Studi Germanici; –    INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica; –    INDAM, Istituto Nazionale di Alta Matematica "Francesco Severi"; –    INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; –    INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; –    OGS, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale; –    INRIM, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica; –    Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche "Enrico Fermi"; –    Stazione Zoologica "Anton Dohrn"; –    INVALSI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione; –    INDIRE, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa. Il sistema della ricerca in Italia è dunque composto dalle università, dagli enti di ricerca pubblici, dal MUR (che in questo contesto ha il compito di promuovere e sviluppare l’attività di ricerca scientifica e tecnologica italiana) e da altre tipologie di soggetti, pubblici o privati che possono rientrare nella più ampia definizione (di origine comunitaria) di “altri organismi di ricerca”. In questo [continua ..]


4. Il modello di relazione Intesa Sanpaolo con la Scuola: Le sfide dell’edu­cazione: dall’emergenza alla povertà educativa

4.1. Il contesto di emergenza con cui la Scuola si confronta La scuola italiana sta vivendo una stagione molto impegnativa. Gli eventi pandemici e migratori hanno introdotto elementi emergenziali che a loro volta alimentano e accrescono la povertà educativa già purtroppo molto diffusa nel nostro Paese. In questi ultimi anni la pandemia, imponendo la chiusura prolungata delle scuole, ha precluso ai minori un vastissimo orizzonte di normalità relazionale, di dinamiche sociali e di occasioni di apprendimento che hanno prodotto e produrranno pesanti impatti involutivi. Allo stesso tempo, i bambini in età scolare giunti in Italia con i flussi migratori portano nei sistemi educativi nazionali differenziazioni culturali, talvolta inedite, che richiedono all’istituzioni scolastiche, ai suoi dirigenti e a suoi insegnanti, l’adozione di nuovi approcci nel confronto con alunni e famiglie caratterizzate da diversità culturale, linguistica, socioeconomica ed etnica. Gli effetti di tali importanti fenomeni sull’incremento delle disuguaglianze e della povertà educativa tra i minori sono chiaramente percepiti dall’opinione pubblica e sono anche quantitativamente evidenziati dall’indagine INVALSI 22, che testimonia il costante arretramento della quota di studenti che raggiungono i traguardi previsti per il grado scolastico oggetto d’interesse. Nello specifico, dai dati del Rapporto INVALSI 2022 [15] relativi agli studenti giunti all’ultimo anno della secondaria di secondo grado emerge che: –    in italiano il 52% degli studenti raggiunge almeno il livello base (livello [16] 3 in su). In sei regioni del Mezzogiorno l’esito medio si ferma al livello 2, quindi al di sotto della soglia attesa dalle Indicazioni nazionali/Linee guida (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna); –    in matematica il 50% degli studenti raggiunge almeno il livello base (livello 3 in su). In sette regioni del Centro-Sud l’esito medio si ferma al livello 2, quindi al di sotto della soglia attesa dopo tredici anni di scuola (Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna); –    si allargano ulteriormente i divari territoriali osservati al termine del secondo ciclo d’istruzione. Gli allievi che non raggiungono il livello base in italiano superano la soglia del 60% in Campania, Calabria e [continua ..]


4.2. La povertà educativa

Il concetto di povertà educativa è comparso nella letteratura nel corso degli anni ’90, ed è stato poi ripreso da organizzazioni non governative (in particolare Save the Children) e governi nella definizione delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Con buona certezza si può dire che: “un minore è soggetto a povertà educativa quando il suo diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti è privato o compromesso”. Non si tratta quindi di una lesione del solo diritto allo studio, ma della mancanza di opportunità educative a tutto campo: da quelle connesse alla fruizione culturale, al diritto al gioco e alle attività sportive. In una frase: minori opportunità che incidono negativamente sulla crescita del minore. La povertà educativa generalmente riguarda i bambini e gli adolescenti che vivono in contesti sociali svantaggiati, caratterizzati da disagio familiare, precarietà occupazionale e deprivazione materiale.


4.3. Target e origini della povertà educativa

In Italia vivono circa 10,3 milioni di persone comprese nella fascia 0-19 anni. Scegliendo i cicli scolastici come elemento di separazione, tale segmento di popolazione si può suddividere in 4 fasce specifiche: 1. 0-6 anni – comprende oltre 3,1 milioni di bambini; 2. 6-11 anni – comprende oltre 2,6 milioni di ragazzi; 3. 11-14 anni – comprende oltre 1,7 milioni di preadolescenti; 4. 14-19 anni – comprende circa 2,8 milioni di adolescenti. Figura 1. – Popolazione residente al 1° gennaio: Per fascia di età Fonte: ISTAT (http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_SCUOLE) – Dati estratti il 22 marzo 2023. L’adolescenza e il diritto di scegliere il proprio futuro Oltre 4,6 milioni di giovani sono nelle fasi di preadolescenza e adolescenza, ovvero nel momento della vita in cui si compiono molte scelte che impatteranno e ne definiranno la parte successiva, a partire dalla scuola. Tali scelte, le responsabilità e i rischi ad esse connessi caratterizzano lo sviluppo e la crescita individuale di ciascuno, per cui è necessario creare le condizioni per garantire piena libertà e piena consapevolezza nella scelta del proprio percorso di studio e di vita. Spesso le scelte, maturando in condizioni di partenza non uguali e derivando talvolta da un ridotto spirito critico tipico dell’età, generano divari educativi importanti che condizionano fortemente la crescita culturale e sociale. I divari educativi, segni predittivi della povertà educativa I divari educativi crescono e si aggravano in situazioni caratterizzate da disuguaglianze sociali e da divari strutturali. La povertà educativa, infatti, trova terreno fertile in contesti e territori assoggettati da gravi disparità economiche, sociali e culturali. I fattori che maggiormente limitano le opportunità degli adolescenti nel decidere in modo consapevole il proprio futuro sono: l’origine sociale e familiare e le prospettive del territorio in cui si abita. L’origine sociale e familiare della povertà educativa È noto che la condizione sociale della famiglia e il livello di istruzione dei genitori influenzano il percorso scolastico dei figli. In termini di condizioni sociali possiamo prendere d’esempio le esperienze forzate di coabitazione e di uso condiviso di device e connessioni vissute durante il lockdown. Nel primo caso, l’inedita e coatta [continua ..]


4.4. La sfida di Intesa Sanpaolo: generare inclusione contrastando la povertà educativa

La scelta strategica e organizzativa La Banca, già con il Piano di Impresa 2018-22, ha voluto puntare alla crescita sociale e culturale delle giovani generazioni e dare concretezza al contrasto alla povertà educativa creando al suo interno la struttura Valorizzazione del Sociale e Relazioni con Università e Scuola, cui è stata affidata la mission di creare connessioni con altri contesti aziendali, istituzionali, scolastici e accademici con i quali sviluppare, allenare e agire le capacità di riconoscere le differenze, le diversità, i diritti di cittadinanza i deficit di partecipazione scolastica e sociale dei cittadini. Ora, con il nuovo Piano d’Impresa 2022-2025 la Banca non solo ha confermato l’impegno ma si è data un ulteriore e sfidante obiettivo: diventare la prima Banca d’impatto al mondo, inserendo tra i suoi pilastri strategici, gli investimenti sulla crescita socioeconomica del Paese e sulla centralità dell’istruzione e della ricerca per sostenere il diritto allo studio e all’accesso al mondo del lavoro. La scelta, contribuire a educare le giovani generazioni Nel contesto descritto si registrano modesti livelli di scolarità, di consumo culturale, di accesso all’informazione e di scarsa capacità di decodificare criticamente i flussi informativi per difetto di sintassi interpretativa, per questo la Banca si è data l’impegno di contrastare attraverso iniziative e progetti per creare contesti ed ecosistemi educativi che coinvolgano, motivino e favoriscano l’apprendimento in un dialogo e confronto continuo tra persona e collettività. I termini istruzione, educazione e formazione spesso vengono utilizzati come sinonimi, tuttavia essi non sono sovrapponibili, anche se insieme concorrono allo sviluppo della persona umana. Con istruzione si identificano le attività di proposta e di acquisizione di conoscenze, di informazioni e di nozioni che vanno a costituire il background su cui innestare il proprio percorso di crescita personale. L’educazione, si riferisce al­l’attività finalizzata al cambiamento ed alla promozione di atteggiamenti e di comportamenti ritenuti, in modo ampiamente condiviso, positivi. Infine, la formazione si riferisce alle attività di sviluppo di nuove capacità e abilità nelle persone adulte, prevalentemente inserite o da inserire nell’ambito [continua ..]


4.5. Il modello di relazione adottato da Intesa Sanpaolo per contrastare la povertà educativa

Le linee guida del modello di relazione Nella costruzione del modello di relazione siamo partiti da punti fermi che nel tempo sono maturati nella continua e proficua interazione con la Scuola e con le Università. In particolare, dall’esperienza abbiamo compreso e appreso che: per fare inclusione bisogna contribuire concretamente per ridurre il disagio sociale, le diseguaglianze e la disomogeneità esistente tra diverse aree del Paese; limitandoci alla Scuola, occorre contribuire a renderla capace di accogliere le specificità di ognuno e di proporre modalità educative e didattiche coerenti ai diversi bisogni per rendere ogni studente protagonista dell’apprendimento valorizzando le capacità e le potenzialità di ciascuno;   data l’eterogeneità degli studenti e dei bisogni educativi, occorre contribuire a sviluppare proposte didattiche che sappiano includere l’intera comunità educante e sappiano coniugare le risorse disponibili con le diverse e nuove metodologie didattiche e con innovativi dispositivi tecnologici per realizzare interventi e percorsi di apprendimento positivi e di valore;   il dialogo aziende – scuola – università deve essere sempre più concreto e aperto affinché si comprendano le reciproche esigenze e si attuino strategie efficaci per orientare le scelte degli studenti verso gli ambiti occupazionali più ricercati. Gli obiettivi del modello di relazione Con questi punti fermi, abbiamo potuto definire e fissare gli obiettivi prioritari: supportare la scuola dell’infanzia fornendo spunti e strumenti didattici che consentano a insegnanti e genitori di amplificare l’esperienza di apprendimento tenendo sempre al centro i bambini, i loro comportamenti, i loro atteggiamenti e i loro linguaggi; favorire il processo di crescita con interventi attenti alle specificità individuali, in modo che esse non diventino disagi o disuguaglianze; accompagnare la scuola di II grado nell’adozione di programmi educativi sempre più esperienziali e multidisciplinari finalizzati ad esplorare la complessità della realtà. Format laboratoriali capaci di incuriosire e di favorire la scoperta di nuove conoscenze e la sedimentazione di nuove abilità in grado di avvicinare i ragazzi al­l’analisi, all’indagine e alla cooperazione sviluppando socialità e spunti [continua ..]


4.6. I progetti realizzati per la Scuola

I progetti pensati e proposti alla Scuola afferiscono essenzialmente ai filoni progettuali Prevenzione dei Disagi Infantili e sviluppo delle Life Skills e Inclusione e Orientamento per ridurre l’Abbandono scolastico e possono essere clusterizzati in 4 driver: 1.   prevenzione dei disagi infantili e sviluppo delle life skill; 2.   inclusione e orientamento; 3.   contrasto all’abbandono scolastico; 4.   internazionalizzazione delle scuole. La focalizzazione ancora più mirata permette il bilanciamento tra esigenze condivise e bisogni specifici ed è capace di ampliare le basi sociali dell’accesso alla proposta didattica. Prevenzione dei disagi infantili e sviluppo delle life skill Ogni bambino porta a scuola la sua storia personale maturata nell’ambito familiare e nel suo contesto sociale. La scuola è un luogo che rappresenta il corpo sociale caratterizzato da tante istanze evolutive, bisogni e potenzialità individuali, è anche il luogo dove i bambini approfondiscono relazioni, confronti, scambi affettivi, prove di socialità e sfide. In questo senso la scuola deve divenire una comunità attiva che propone cambiamenti per generare benessere e qualità di vita. Promuovere benessere è un obiettivo che si può raggiungere con la prevenzione del disagio e lo sviluppo delle life skill. Abbiamo fatto nostra questa visione, decidendo di fornire alla comunità educante spunti e strumenti per anticipare e ridurre il disagio e tecniche per sviluppare le capacità socio-emotive che servono per stare in relazione con gli altri e per affrontare i problemi e le pressioni quotidiane agendo comportamenti positivi. A questo scopo le tecniche di team building, di problem solving, di intelligenza emotiva e di comunicazione trasferite, si sono rivelate particolarmente utili agli insegnanti e ai genitori nella prevenzione di comportamenti negativi da parte dei giovanissimi. Il progetto WEBECOME Una proposta educativa sui temi dei disagi infantili e delle soft skills, pensata per i bambini delle scuole elementari, ma rivolta a tutta la comunità educante. Webecome si pone l’obiettivo di suggerire agli insegnanti e ai genitori spunti e strumenti per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di disagio giovanile evidenziando alla famiglia e alla scuola il vantaggio di collaborare da co-protagonisti per vincere questa [continua ..]


5. Modelli interni di gestione e aspetti legali nelle relazioni con scuola, università e ricerca

Lo sviluppo della cultura e la coesione sociale sono alla base della crescita di un paese. Sempre di più la sostenibilità di un’azienda deve essere costruita e integrata alla sostenibilità della comunità in cui l’azienda opera. In coerenza con tale consapevolezza, il Gruppo Intesa Sanpaolo svolge con responsabilità un ruolo attivo di sviluppo e promozione nei confronti dei territori e delle comunità locali, attraverso iniziative che comprendono la partecipazione a progetti nazionali e internazionali coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, il sostegno alle organizzazioni non profit, la promozione di iniziative di solidarietà sociale e di intervento culturale ed educativo. Con il Piano di Impresa 2022-2025 Intesa Sanpaolo intende rafforzare il suo impegno in termini di responsabilità sociale e culturale anche in ambito universitario. A tale riguardo, è stato definito l’obiettivo di fornire un impareggiabile supporto per far fronte ai bisogni sociali promuovendo l’inclusione educativa e l’occupabilità giovanile. L’obiettivo di Intesa Sanpaolo è infatti diventare la prima Impact Bank al mondo, mettendo a disposizione fondi finanziari accessibili alle categorie di persone in difficoltà e alle imprese, promuovendo attività che contribuiscono alla crescita del Paese, sia sotto il profilo dell’innovazione e ricerca scientifica che dello sviluppo delle competenze e della formazione delle persone. L’impegno del Gruppo Intesa Sanpaolo verso la Comunità si sostanzia annualmente in una serie di contributi di varia natura che nel 2021 hanno raggiunto quasi 87 mln. di euro. Tra gli ambiti principali d’intervento verso i quali sono stati indirizzati i contributi monetari nel 2021 c’è l’istruzione e la ricerca per 8,3 milioni di euro. Come naturale proseguimento dell’impegno e dell’attenzione che ha sempre dedicato ai bisogni delle persone e delle comunità in cui opera, Intesa Sanpaolo si è dotata di una struttura interna dedicata alla cura delle relazioni istituzionali del Gruppo con le Università pubbliche e private, i Centri di Ricerca e le Scuole sia sul territorio nazionale che internazionale, denominata appunto “Relazioni con Università e Scuola”. In coerenza con le linee del Piano di Impresa, la struttura opera per finalizzare [continua ..]


NOTE