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Il valore relazionale nei processi di sostenibilità e la definizione di communityholder
Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo
Un esercizio responsabile della Corporate evidenzia come il valore della G, nell'ambito degli ESG, diventi un presupposto per la realizzazione della componente S, sempre più centrale per gli obiettivi di sostenibilità di un'azienda. Infatti l’esercizio di una governance responsabile è un presupposto per la costruzione di processi decisionali che abbiano un impatto sulle comunità e sui territori, e incide non solo sul valore generato in termini economico finanziari, ma anche sulle infrastrutture sociali che è in grado di attivare. con l'introduzione degli ESG, le imprese possono giocare un nuovo ruolo, che con un approccio integrato amplia la visione della sfera di influenza del business. in questo modo gli strumenti di pianificazione, come ad esempio il piano di impresa, non solo orientano gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda, ma diventano uno strumento generativo di innovazione sia per i processi interni aziendali, sia per l’impatto esterno. in questo modo la governance non è solo un elemento chiave per la definizione di obiettivi S in ambito ESG, perché garantisce la trasparenza, l'efficacia e la responsabilità delle attività dell’organizzazione, favorendo la definizione di obiettivi sociali efficaci. ma è elemento generativo di valore, fondato su un modello relazionale in grado di garantire l'efficacia delle politiche sociali, e consente di validare concetti quali valore relazionale e community holders come prassi per la definizione di una governance non più soltanto sostenibile ma ad impatto sociale. in quest'ottica si inserisce l'impegno di Intesa Sanpaolo per la costruzione id infrastrutture sociali e reti di relazioni, dove il piano di impresa del gruppo diventa un punto di forza per realizzare l’impegno di sostenibilità della banca e le iniziative per il sociale, basate su coprogettazione con il terzo settore, sono azioni generatrici di valore sociale. il piano di interventi della banca, a supporto delle persone più fragili, trasforma i filoni di intervento in azioni di inclusione e coesione sociale a contrasto delle povertà emergenti, in questo osservatorio ne verranno esaminati alcuni: Food links, Pharma links, Housing links, Golden links.
The value of G, in the environment of ESG, becomes a presumption for the realization of the s component, always more central to a company’s sustainability goals. In fact, the exercise of responsible governance is a prerequisite for building decision-making processes that have an impact on communities and territories, and affects not only the value generated in economic-financial terms, but also the social infrastructure it is able to activate. with the introduction of ESG, businesses can play a new role, which with an integrated approach expands the vision of the business sphere of influence. In this way, planning tools, such as the business plan, not only guide the company’s sustainability goals, but also become a generative tool for innovation in both internal business processes and external impact. In this way, governance is not only a key element in goal setting S in ESG, because it ensures the transparency, effectiveness, and accountability of the organization’s activities, facilitating the setting of effective social goals. But it is a generative element of value, grounded in a relational model that can ensure the effectiveness of social policies, and allows for the validation of concepts such as relational value and community holders as practices for defining governance that is no longer just sustainable but has social impact. Intesa Sanpaolo’s commitment to building social infrastructures and networks of relationships fits into this perspective, where the group’s business plan becomes a point of strength to realize the bank’s commitment to sustainability and social initiatives, based on co-design with the third sector, are actions that generate social value. The bank’s plan of interventions, supporting the most fragile people, transforms strands of intervention into actions for inclusion and social cohesion to counter emerging poverty. In this observatory some of them will be examined: Food links, Pharma links, Housing links, Golden links.
Sommario:
1. Il sistema delle relazioni come componente del sistema di corporate governance per gli ESG - 1.2. Il Piano di Impresa come strumento di governance per la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile: il caso di Intesa Sanpaolo - 1.3. L’agenda sociale del paese: quadro di riferimento della governance responsabile delle imprese - 1.4. L’agenda 2030 dell’ONU e il PNRR: quadro di riferimento della governance responsabile delle imprese - 1.5. Il modello di welfare relazionale per generare impatto di valore sia nell’azienda sia nella società - 1.6. La governance come esercizio di un rinnovato ruolo per rispondere alle esigenze delle comunità: il caso di Intesa Sanpaolo e le azioni di sistema a supporto del paese - 1.7. Il dialogo strutturato tra azienda e terzo settore, istituzioni, università e scuola - 1.8. La costruzione di Infrastrutture sociali e reti di relazioni - 1.9. Conclusioni - 2. Lo strumento della coprogettazione sociale in Intesa Sanpaolo - 2.2. Gli ambiti di intervento del piano d’impresa di Intesa Sanpaolo - 2.3. Iniziative per il sociale - 3. I progetti sociali di Intesa Sanpaolo e il loro valore strategico nella realizzazione del piano d’impresa - 3.2. L’intervento della banca a supporto delle persone più fragili - 3.2.1. Food links: recupero e distribuzione di cibo a persone fragili - 3.2.2. Housing links: offerta di posti letto a persone in difficoltà - 3.2.3. Pharma links: recupero e offerta di farmaci a persone in difficoltà - 3.2.4. Golden links: recupero, lavorazione e distribuzione di indumenti e altri beni a persone fragili - 3.3. Gli interventi dedicati alla coesione e all’inclusione sociale - 3.3.1. Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità - 3.3.2. Sharing energy: comunità energetiche solidali a Napoli e Messina - 3.3.3. Programma educativo Intesa Sanpaolo per bambini lungodegenti - 3.3.4. Donne oltre i confini - NOTE
1. Il sistema delle relazioni come componente del sistema di corporate governance per gli ESG
1.1. L’ importanza di una Governance Responsabile nell’organizzazione aziendale Il paradigma della sostenibilità ha assunto oggi un ruolo cruciale, in particolare per quanto concerne l’attività di impresa, sia con riguardo a scelte di pianificazione strategica, sia in relazione alla gestione operativa di attività e processi, sia in campo comunicativo e relazionale. L’evolversi delle aspettative degli stakeholder e della società in generale ha fornito una forte spinta verso l’adozione di pratiche sostenibili volte a una mitigazione o riduzione degli impatti negativi su economia, società e ambiente e a un costante miglioramento delle performance realizzate dalle imprese. In un articolo già comparso sulla Rivista [1], avevamo avuto modo di evidenziare il ruolo sociale che un’impresa può assumere e l’impatto generativo sul miglioramento sociale delle Comunità e del Paese. La dipendenza reciproca che intercorre fra azienda e società implica, infatti, che le decisioni di business e le politiche aziendali di carattere sociale si basino sul principio del valore condiviso, o meglio, sulla catena di valore dell’impresa che tocca le Comunità dando così luogo ad una interdipendenza tra impresa e società. Da una parte l’impresa che impatta sulla società con le proprie attività di business, dall’altra le condizioni sociali [continua ..]
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1.2. Il Piano di Impresa come strumento di governance per la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile: il caso di Intesa Sanpaolo
Con quali strumenti le aziende realizzano questa visione? Non si tratta soltanto di individuare nuovi strumenti, ma anche di ridare significati altri a quelli già esistenti. E lo strumento cardine per dare conto della visione aziendale e della pianificazione di un’azienda è il Piano Industriale. E certamente è lo strumento che una Governance Responsabile ha a disposizione per definire e rappresentare quella sfera più ampia di influenza del business [4]. Come documento che descrive la visione, gli obiettivi, le strategie e le azioni concrete che un’impresa intende adottare per raggiungere il successo finanziario e commerciale a lungo termine, questo strumento può essere una leva importante per la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile delle imprese e delle Comunità a cui l’azienda fa riferimento. Innanzitutto, il piano di impresa può aiutare le imprese a identificare e comprendere i bisogni e le esigenze dei propri stakeholder, ovvero delle persone e delle organizzazioni che sono influenzate dalle attività dell’impresa. Ciò può consentire alle imprese di sviluppare strategie e prodotti che rispondono alle esigenze della comunità, migliorando la loro accettazione e il loro impatto sociale positivo. Inoltre, il piano di impresa può essere utilizzato per progettare e monitorare gli impatti ambientali e sociali delle attività dell’impresa, e per [continua ..]
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1.3. L’agenda sociale del paese: quadro di riferimento della governance responsabile delle imprese
L’agenda sociale del Paese è caratterizzata dal cosiddetto “secondo welfare” che si è sviluppato per affrontare le sempre più frequenti crisi dello Stato Sociale, in forte difficoltà nell’affrontare molti problemi che interessano i cittadini. Le ragioni di tale crisi sono molteplici, ma si possono individuare alcune macro-dinamiche che più di altre determinano questa situazione: mutamenti sociodemografici epocali, scarsi investimenti pubblici per affrontarli, più recentemente, la crisi pandemica legata al Covid-19 che ha accelerato e aggravato problemi già presenti e il conflitto russo-ucraino. Ai problemi sociali in crescita (quali, ad esempio declino dei tassi di natalità, aumento dei bisogni delle persone anziane, bassa occupazione femminile, forti squilibri di genere nei carichi di cura, crescita della povertà e delle diseguaglianze, assenza di mobilità sociale) fa riscontro una spesa pubblica per il sociale sbilanciata a causa di costi previdenziali prevalenti, sotto-finanziamento del settore sanitario, scarsi investimenti su servizi per famiglia e infanzia, conciliazione vita-lavoro e spese frammentate per la Long-term care. Se contestualizziamo il quadro di riferimento di un periodo storico, come quello concentrato nel biennio 2019-2020, vediamo che nel 2019 la spesa sociale pubblica costituiva in Italia il 29,3% del Pil. Un dato al di sopra della spesa media dell’UE [continua ..]
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1.4. L’agenda 2030 dell’ONU e il PNRR: quadro di riferimento della governance responsabile delle imprese
La definizione di un quadro di riferimento va completata anche con gli Obiettivi di Sostenibilità ONU e il grande piano di intervento che è il Piano Nazionale di Resilienza e Resilienza (PNRR), che ha stanziato una mole enorme di risorse per affrontare l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze sociali. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dal titolo Trasformare il nostro mondo è stata adottata in occasione del vertice sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tenutosi dal 25 al 27 settembre 2015 a New York. Comprende una serie di obiettivi globali di sviluppo sostenibile che dal 1° gennaio 2016 hanno sostituito gli obiettivi di sviluppo del millennio. Risponde alle sfide globali affrontando l’eliminazione della povertà e le dimensioni economica, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile in modo onnicomprensivo. I 17 nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile e i 169 traguardi associati coprono settori chiave quali: povertà, diritti umani, sicurezza alimentare, salute, consumo e produzione sostenibili, crescita, occupazione, infrastrutture, gestione sostenibile delle risorse naturali, oceani, cambiamenti climatici e uguaglianza di genere. Già prima del Covid-19, l’Agenda 2030 aveva influenzato le politiche comunitarie (ad esempio, attraverso la creazione dello European Green Deal e le iniziative ad esso legato), ma è stata la crisi pandemica, con la conseguente revisione del bilancio [continua ..]
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1.5. Il modello di welfare relazionale per generare impatto di valore sia nell’azienda sia nella società
Il modello di welfare relazionale è stato più volte richiamato come la modalità di realizzazione degli obiettivi del Piano di Impresa in termini di concretizzazione della S– Social del Paradigma ESG. Negli ultimi anni, il concetto di welfare relazionale ha acquisito sempre maggiore importanza nell’ambito delle aziende e della società in generale. Esso si basa sull’idea che un sistema di benessere che tiene conto delle relazioni umane può generare un impatto di valore significativo sia per l’azienda stessa che per la società in cui essa opera. Il welfare relazionale si riferisce a un sistema di benessere che si concentra sulle relazioni umane all’interno dell’azienda e della società in generale. Esso si basa sull’idea che un sistema di benessere che tiene conto delle relazioni umane può generare un impatto di valore significativo sia per l’azienda stessa che per la società in cui essa opera. Le caratteristiche principali del welfare relazionale sono le seguenti: – Si concentra sull’individuo: il welfare relazionale tiene conto delle esigenze e delle aspirazioni individuali dei lavoratori e degli individui nella società in generale. – Valorizza le relazioni umane: il welfare relazionale considera le relazioni umane come un fattore essenziale per il benessere e il successo dell’individuo e [continua ..]
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1.6. La governance come esercizio di un rinnovato ruolo per rispondere alle esigenze delle comunità: il caso di Intesa Sanpaolo e le azioni di sistema a supporto del paese
Un collegamento tra Comunità e impresa risiede in uno spazio crescente assegnato con la responsabilità sociale alle leve di creazione condivisa di valore e di esperienze tra produttori, user e utenti indiretti. Questa funzione mette in luce un radicamento sociale e territoriale dell’impresa stessa. Questa trasformazione fa dell’impresa un “soggetto generale” costruttore di relazioni di convivenza e di civilizzazione con tutti gli altri soggetti che popolano la società civile e la rendono dinamica. Allo stesso tempo, e per effetto di questo allontanamento dalla funzione meramente strumentale, l’impresa si propone come soggetto complesso che non può più rappresentarsi come incardinato in semplici relazioni contrattuali, né in queste esaurire le proprie funzioni, proprio come sistema complesso. Piuttosto possiamo cominciare a vederla come una comunità di persone che non possono separarsi in modo netto e permanente dal resto della società civile e che anzi ne interiorizzano la cultura, le varianti, le fantasie e le resistenze al cambiamento. Questa comunità è permeata, di conseguenza, da uno strutturale pluralismo, di interessi particolari e generali da una parte e di interessi personali e collettivi dall’altra. Tre le conseguenze di rilievo che saldano strategie ed ecologie del valore: a. emerge con forza la necessità di costruire efficaci relazioni [continua ..]
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1.7. Il dialogo strutturato tra azienda e terzo settore, istituzioni, università e scuola
L’attuale contesto socioeconomico, caratterizzato da una crescente disuguaglianza e da un aumento della povertà, ha reso necessario un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nella creazione di risposte ai bisogni sociali. In questo contesto, il dialogo strutturato tra aziende, terzo settore, istituzioni, università e scuole si presenta come uno strumento efficace per la creazione di risposte ai bisogni sociali. Ciascuno di questi attori può giocare un ruolo importante per favorire la migliore rispondenza del dialogo strutturato, ai fini dell’efficacia degli interventi individuati e realizzati. Le aziende possono fornire risorse e competenze, ma anche stimolare e guidare il processo di dialogo. In particolare, le aziende possono: – Identificare le esigenze sociali e le lacune dei servizi offerti. – Fornire risorse e competenze per sviluppare soluzioni sostenibili. – Collaborare con il terzo settore e le istituzioni per la creazione di reti di servizi. – Coinvolgere i dipendenti nell’attività di volontariato e di sostegno alla comunità. Il terzo settore è in grado di identificare le esigenze sociali e di sviluppare soluzioni sostenibili. In particolare, il terzo settore può: – Coinvolgere i cittadini nella co-creazione di servizi. – Mobilizzare risorse e [continua ..]
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1.8. La costruzione di Infrastrutture sociali e reti di relazioni
La teoria dei sistemi si occupa dei problemi di relazione e interdipendenza delle parti di una struttura, anziché delle singole parti, che vengono considerate nella loro globalità (Gestalt). Un sistema è quindi un insieme di unità che sono in relazione tra loro e per questo lo stato di ciascuna unità è vincolata, coordinata e dipendente dallo stato delle altre unità. Secondo Paul Watzlawick, ogni parte di un sistema è in rapporto tale con le altre che lo costituiscono che qualunque singolo cambiamento causa una variazione in tutte le parti e in tutto il sistema. In altre parole, un sistema non si comporta come un composto di singoli elementi indipendenti, ma come un tutt’uno inscindibile, dove ogni parte influenza le altre e può a sua volta essere influenzata. Questa influenza, questo rapporto, questa interdipendenza viene chiamata dimensione relazionale del sistema e l’influenzamento si realizza attraverso le reti di comunicazione che si formano tra le parti. “Un’organizzazione vitale”, afferma Franco D’Egidio, “possiede la capacità di decodificare l’evoluzione dell’ambiente” cogliendo in anticipo, grazie alle proprie conoscenze, alle proprie capacità di ascolto, quali potrebbero essere le possibili minacce e quali le opportunità. L’approccio alla crescita e allo sviluppo sostenibile è un approccio relazionale, che [continua ..]
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1.9. Conclusioni
La prospettiva MultiStakeholder View, fin qui raccontata rappresenta un modello di governance sostenibile e ad impatto sociale, e va raccordata alla riflessione su visioni e valori generali. Questo tipo di governance parte dalla considerazione della Corporation come un Institution che promuove e sviluppa relazioni con una moltitudine di stakeholder e di interessi diversificati come un mezzo per sostenere da una parte la creazione di ricchezza (ma non nell’esclusivo interesse degli shareholder) e, dall’altra, offrire servizi alla società, di sostegno e promozione umana: una meta-corporation. Questa strada conduce ad una visione dell’agire centrata sull’etica delle virtù e, paradossalmente, ci riporta indietro nel tempo, ma forse più avanti nella modernità del capitalismo e cioè ripartendo da Adam Smith e dai suoi Theory Moral Sentiments del 1759 [8]. È qui che ripartendo dalle basi istituzionali della struttura sociale si fanno conseguire necessità di disseminazione tra i cittadini delle virtù civiche e che non possono essere assunte come date nel comportamento dell’agente economico e delle sue preferenze. Infatti, qualsiasi rafforzamento delle norme dipende da una diffusa condivisione di una costituzione morale da parte degli individui quale fondamento delle loro motivazioni profonde a scelte libere. Soggetti dotati di crescenti preferenze etiche sono ormai all’ordine del [continua ..]
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2. Lo strumento della coprogettazione sociale in Intesa Sanpaolo
2.1. L’impegno di Intesa Sanpaolo per la costruzione di infrastrutture sociali e reti di relazioni In un quadro di intervento e di indirizzo delineato da una sempre maggiore attenzione accordata ai fattori ESG nell’ambito delle attività e dei processi non profit oriented delle imprese, merita un particolare approfondimento la componente S di questo acronimo – ESG – che porta in sé implicazioni rilevanti, se bene inteso, ma che in questi ultimi anni è stato spesso abusato, a volte misconosciuto, troppo spesso frainteso. La S di “Sociale” si pone oggi più che mai al centro di un processo di riconversione dei capisaldi economici e produttivi della società come la abbiamo conosciuta e intesa fino a oggi, capisaldi che al termine di questo stesso processo, pienamente in corso e in fieri, assumeranno nel medio-lungo periodo caratteristiche straordinariamente nuove, definitivamente innovate e non più considerate in perenne transizione. Soltanto a partire da un rinnovato concetto di rispetto dei diritti sociali (ma si comincia a parlare, da più parti, di diritti eco-sociali) e dall’incontro fattivo, posto su nuove basi collaborative e generatrici di valore, fra Stato, Mercato e Società, si potrà raccogliere il frutto condiviso di una maggiore equità sociale e di una più giusta e realmente equa distribuzione delle risorse. In questo processo caratterizzato da [continua ..]
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2.2. Gli ambiti di intervento del piano d’impresa di Intesa Sanpaolo
La centralità dell’impegno sociale e culturale emerge con evidenza dalle parole pronunciate nel febbraio 2018 da Carlo Messina, CEO e Consigliere Delegato Intesa Sanpaolo: “Abbiamo posto al centro del Piano di Impresa la nostra vocazione a concorrere alla crescita culturale, sociale e civile del Paese perché siamo convinti che lo sviluppo di un’economia è intimamente legato ai livelli di educazione, in particolare delle generazioni più giovani, alla coesione sociale, alle dinamiche circolari del ciclo produttivo. Un contesto globale più incerto e frammentato spinge le comunità a guardare alle imprese private affinché queste si facciano carico delle sfide sociali oltre che economiche. Per Intesa Sanpaolo essere riferimento per le comunità dove opera in chiave di crescita solidale è elemento fondativo dalla nascita, cinquecento anni fa, delle fondazioni caritative origine del nostro Gruppo.” In questa dichiarazione, il riferimento è al Piano d’impresa quadriennale 2018-2021 della Banca, che si è ormai concluso ma che può oggi essere considerato quale vero e proprio spartiacque nel modus operandi aziendale riferito alla sostenibilità. Un piano che, in questo ambito, ha reso possibile l’avvio di una vera e propria rivoluzione in termini di metodi, processi e di disponibilità di risorse. Una rivoluzione di importanza cruciale: in capo a [continua ..]
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2.3. Iniziative per il sociale
In questo capitolo ci si soffermerà in particolare sull’operatività della struttura Iniziative per il Sociale, alla quale è stato affidato il compito di sviluppare le progettualità e le linee di intervento che contribuiscono in via principale al programma di contrasto alla povertà della Banca. La dimensione dell’intervento sociale, attraverso la scelta strategica del Gruppo di creare una struttura parallela e complementare alle unità di business già da molti anni dedicate all’azione filantropica (che pure rimane di cruciale importanza) ha assunto una nuova prospettiva e una nuova centralità. La nuova prospettiva ha trovato corpo e sostanza nella dimensione della coprogettazione, della creazione di reti di relazioni e di reciproco scambio. Le iniziative per il Sociale, in senso stretto e operativo, hanno intrapreso una nuova strada: non più soltanto erogazioni liberali, non soltanto credito d’impatto, ma vere e proprie azioni di sistema sostenibili, replicabili, scalabili e, prima ancora, condivise. L’avvio delle attività si è rivelato senza dubbio complesso e altamente sfidante. Si trattava di definire un metodo di lavoro inedito, di fare confluire in un’unica squadra di lavoro professionalità eterogenee, rendendole efficaci e complementari. Si trattava di rispondere alla call to action di realizzare la S di Sociale anteponendo [continua ..]
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3. I progetti sociali di Intesa Sanpaolo e il loro valore strategico nella realizzazione del piano d’impresa
3.1. Premessa: un contesto di crescente povertà Secondo l’ultimo Rapporto di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale [10], nel 2021 “la povertà assoluta ha confermato i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19. Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente)”. E ancora, in riferimento all’età, “i livelli di povertà continuano a essere inversamente proporzionali: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65”. Inoltre, secondo i dati raccolti dai Centri di ascolto Caritas, “nel 2021 le persone incontrate e supportate sono state 227.566”, con un incremento, rispetto al 2020, del 7,7%. E si aggiunge: “Non si tratta sempre di nuovi poveri, ma anche persone che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno”. Proseguendo nella lettura del documento, emerge con chiarezza come la povertà non abbia un solo volto, ma aspetti molteplici, interconnessi e a volte difficilmente misurabili. Si tratta di una condizione che coinvolge la sfera umana, culturale e sociale delle persone in stato di fragilità. Una fragilità che è fenomeno non [continua ..]
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3.2. L’intervento della banca a supporto delle persone più fragili
Con oltre 26 milioni di interventi a supporto di persone in difficoltà nel quadriennio 2018/2021 e un obiettivo di 50 milioni di interventi a favore delle persone più fragili nel quadriennio in corso, il programma Cibo e riparo per i Bisognosi costituisce un nodo strategico nell’ambito degli ultimi piani d’impresa di Intesa Sanpaolo. L’obiettivo è quello di contrastare le povertà alimentare e sanitaria, le difficoltà abitative e il bisogno di indumenti, attraverso un insieme di interventi strutturati e complessi definiti entro quattro aree programmatiche: – Food Links. – Housing Links. – Pharma Links. – Golden Links.
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3.2.1. Food links: recupero e distribuzione di cibo a persone fragili
La povertà alimentare è uno degli aspetti più drammatici della condizione di fragilità e indigenza. Secondo l’edizione 2022 del rapporto “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” [11] (SOFI), pubblicato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), dal Programma alimentare mondiale dell’ONU (WFP) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il numero delle persone che soffrono la fame a livello mondiale è salito a 828 milioni nel 2021, ossia circa 46 milioni in più dal 2020 e 150 milioni in più dallo scoppio della pandemia di Covid-19. Dopo essere rimasta relativamente invariata dal 2015, nel 2020 la percentuale di persone colpite dalla fame è salita e ha continuato a salire nel 2021, fino a interessare il 9,8% della popolazione mondiale, contro l’8% del 2019 e il 9,3% del 2020. Sono numeri imponenti, che rendono il senso e la misura di una sfida che richiede con sempre maggiore insistenza di essere affrontata a livello globale, ideando e attuando politiche e misure più incisive ed efficaci volte alla redistribuzione delle risorse e a un più concreto sostegno ai Paesi e alle popolazioni che versano in stato di maggiore sofferenza. A fronte di un quadro a [continua ..]
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3.2.2. Housing links: offerta di posti letto a persone in difficoltà
L’ambito di attività inerente alla messa a disposizione di posti letto, a contrasto della povertà abitativa nel Paese, è stato inserito da Intesa Sanpaolo nel proprio filone operativo Housing Links, che comprende un numero consistente di progettualità sviluppate dalla struttura Iniziative per il Sociale dal 2018 a oggi. Le iniziative di offerta posti letto messe in campo dalla Banca nascono e si strutturano per dare corpo a un intervento articolato e multilivello che, oltre al fine di fornire un riparo dignitoso alle persone più ai margini, si pone l’obiettivo di rivolgersi alle necessità abitative dei cosiddetti “migranti sanitari”, un fenomeno altamente diffuso in Italia, per garantire a quante più persone possibile un migliore accesso alle cure e, al contempo, fornire un’accoglienza di sostegno ai caregivers. La povertà abitativa è un fenomeno multilivello, difficilmente quantificabile e dalle caratteristiche non sempre sovrapponibili. All’indigenza estrema (si pensi ad esempio al fenomeno degli homeless pure così drammatico in Italia), si affiancano le condizioni delle persone e delle famiglie che si potrebbero definire borderline, che faticano a fare fronte alle spese di affitto, ai costi di mantenimento dell’abitazione o che vivono in condizioni abitative non adeguate, caratterizzate da strutture fatiscenti, sovraffollate e sottodimensionate rispetto alle [continua ..]
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3.2.3. Pharma links: recupero e offerta di farmaci a persone in difficoltà
Per indagare entro determinati confini la portata della povertà sanitaria in Italia, un documento di riferimento è costituito indubbiamente dal rapporto “Donare per curare” [14] redatto e curato con cadenza annuale dalla Fondazione Banco Farmaceutico. Nell’edizione 2021, relativa all’anno precedente, si ritrova una pluralità di dati oltremodo significativa: “A livello nazionale – si legge nel Rapporto – le persone indigenti possono permettersi una spesa sanitaria pro-capite equivalente al 17 per cento di quella sostenuta dalle persone non povere (10,25 euro contro 60,96 euro) con sensibili variazioni a livello regionale in funzione del diverso reddito e costo della vita”. E ancora: “Per contenere la spesa sanitaria le famiglie italiane seguono due strade: la rinuncia alle cure”, oppure il ricorso a centri diagnostici e terapeutici più economici. Nel 2020, “in numero assoluto hanno cercato di ridurre le spese sanitarie 9 milioni 358 mila persone residenti in Italia, di cui 1 milione 844 mila persone in povertà assoluta. La rinuncia alle cure è stata praticata da 26 famiglie povere su 100 a fronte di 11 famiglie non povere su 100, per un totale di 12 famiglie su 100 (7 milioni 160 mila persone). Si sono rivolte a centri più economici 7,3 famiglie povere su 100 a fronte di 3,4 famiglie non povere su 100, per un totale di 3,7 famiglie su 100 (2 milioni [continua ..]
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3.2.4. Golden links: recupero, lavorazione e distribuzione di indumenti e altri beni a persone fragili
Quando, ormai oltre cinque anni fa, Intesa Sanpaolo ha cominciato a esplorare con modalità funzionali e strutturate le aree verso cui indirizzare le proprie Iniziative per il Sociale, è fin da subito emerso, dall’analisi dei dati e dal confronto con il mondo degli operatori sociali, come tra i bisogni primari delle persone indigenti in Italia vi fosse (e continui ad esservi) quello degli indumenti – specialmente capi intimi – e altri beni necessari di difficile reperimento anche da parte delle organizzazioni non profit. Il Progetto Golden Links – I legami sono oro è nato nel 2018 nell’ambito del filone di intervento Golden Links proprio per intervenire su questo bisogno, per garantire la distribuzione di un rilevante numero di capi e altri beni di prima necessità a persone bisognose. Si tratta di un intervento programmatico su più livelli, che può essere considerato e definito come un’azione di sistema il cui obiettivo è quello di rispondere a una esigenza primaria, creando al contempo un circuito di reciprocità su cui fondare alleanze e partnership di valore. È il fulcro della messa in opera del modello di progettazione messo a punto dalla Banca per stimolare un percorso di cambiamento indirizzato verso la riduzione della povertà, verso l’accompagnamento di quanti si trovano in difficoltà, permettendo a un numero sempre maggiore di persone di stare [continua ..]
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3.3. Gli interventi dedicati alla coesione e all’inclusione sociale
L’impegno di Intesa Sanpaolo in ambito ESG, e in particolare per quanto concerne la S di Sociale, rappresenta per certi aspetti un benchmark di riferimento, non soltanto per le ingenti risorse messe a disposizione della collettività, ma anche – e soprattutto – per le modalità via via individuate per generare un sempre più elevato impatto sociale. L’imperativo di fornire un pasto, un posto letto, un indumento, un farmaco, di rispondere in altri termini al soddisfacimento di bisogni primari per contrastare le povertà nel Paese, si è declinato nel tempo in operazioni strutturate e complesse, in cui l’organizzazione profit, oltre a erogare risorse, determina, insieme ai propri partner, strategie, obiettivi e condizioni di intervento. La modellizzazione di queste iniziative, alcune delle quali descritte nelle pagine precedenti, non poteva tuttavia strutturarsi unicamente intorno al soddisfacimento dei bisogni primari delle persone in stato di marginalità. Si è reso nel tempo sempre più chiaro che, di pari passo, si sarebbe dovuto porsi nelle condizioni di generare inclusione e coesione sociale a tutto campo, operando anche su tematiche quali il reinserimento sociale di persone ai margini, la sostenibilità sociale e ambientale, l’empowerment femminile, la prevenzione e il recupero delle dipendenze, la rigenerazione dei beni comuni, il contrasto [continua ..]
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3.3.1. Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità
Nel 2020, nel pieno della pandemia di Covid-19 e forse nel suo momento più drammatico, Intesa Sanpaolo e Caritas Italiana – già cooperanti nell’ambito dell’iniziativa programmatica Golden Links – decidono di conferire un ulteriore valore strategico alla propria alleanza. In quell’anno si apriva un tavolo di lavoro per certi aspetti straordinario, in cui l’obiettivo era individuare una strada condivisa ed efficace per rispondere con tempestività ai bisogni sociali nel Paese, bisogni che si registravano in drammatica e rapida crescita, insieme al peggioramento delle condizioni di vita delle persone più fragili. Il programma Aiutare chi aiuta: un sostegno alle nuove fragilità nasce da questo confronto e dalla scelta di Intesa Sanpaolo, nell’ambito delle proprie azioni di sistema a supporto della Comunità, di affiancare Caritas Italiana in maniera sempre più strutturata, per creare una rete virtuosa di inclusione sociale attivando interventi capillari sui territori. Aiutare chi aiuta dal 2020 si è sviluppato in tre edizioni, contribuendo a contrastare la povertà e le diseguaglianze nel Paese. La prima edizione a supporto delle Caritas Diocesane, realizzata in piena crisi pandemica, ha consentito di dare vita a 22 iniziative solidali in tutta Italia, offrendo a migliaia di persone in stato di bisogno beni e aiuti materiali, casa e accoglienza, sostegno nella ricerca di [continua ..]
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3.3.2. Sharing energy: comunità energetiche solidali a Napoli e Messina
Il piano di azione della Banca Sharing Energy nasce con l’intento di realizzare interventi in partnership con enti del Terzo Settore per promuovere la realizzazione di Comunità Energetiche Solidali (CERS) a contrasto della povertà energetica. In uno scenario complesso come quello attuale, la Banca ha accolto le nuove sfide per una ripresa economica e sociale, promuovendo interventi in linea con i principali asset del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le comunità energetiche – associazioni composte da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione – sono forme di produzione energetica collaborative, incentrate su un sistema di scambio locale per favorire lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale, incentivando al tempo stesso la nascita di nuovi modelli socioeconomici circolari. In quest’ottica, nel 2022, anche grazie alle nuove normative e ai fondi del PNRR, le comunità energetiche possono costituire una straordinaria opportunità per i Comuni e nel Paese, verso una transizione ecologica in grado di superare l’attuale modello centralizzato di produzione energetica e vertere sull’energia diffusa, l’autoproduzione e la condivisione [continua ..]
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3.3.3. Programma educativo Intesa Sanpaolo per bambini lungodegenti
Il Programma educativo Intesa Sanpaolo per bambini lungodegenti nasce nel 2016 dall’esperienza di una collega del Gruppo e dalla richiesta di aiuto per la sua bambina, Giulia, ricoverata dalla nascita in ospedale per una grave malattia e privata della possibilità di frequentare i propri coetanei e di essere inserita in un percorso educativo. La risposta della Banca è stata immediata e, intercettata la dimensione del fabbisogno emerso, ha fatto di quella piccola scintilla il nucleo di un programma di interventi che negli anni si è ampliato, fino a interessare oggi ben sette ospedali di eccellenza in tutta Italia. Con il Programma Intesa Sanpaolo per bambini lungodegenti Intesa Sanpaolo offre ai bambini della fascia di età 0-3 anni colpiti da patologie onco-ematologiche, presso i reparti in cui sono ricoverati, un’opportunità educativa gratuita e altamente specialistica, realizzando servizi nido a marchio PAN, Servizi per l’infanzia la cui qualità è certificata a livello europeo. L’obiettivo del servizio nido è aiutare i bambini a superare l’isolamento sociale e psicologico derivanti dalla malattia, dalle pesanti cure e dalla lungodegenza, favorendone lo sviluppo cognitivo e affettivo attraverso programmi adeguati seguiti da educatrici qualificate, in un ambiente il più possibile sereno e fecondo. La sperimentazione, ormai consolidata, ha consentito di conseguire risultati di [continua ..]
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3.3.4. Donne oltre i confini
Il fenomeno della violenza contro le donne e dei maltrattamenti che ne impediscono la piena inclusione costituisce una grave violazione dei diritti umani, che colpisce circa un terzo delle donne in tutto il mondo. In Italia i centri antiviolenza della Rete D.i.Re. costituiscono un presidio fondamentale di sostegno, ma nel nostro Paese risultano ad oggi insufficienti, lasciando interi territori scoperti. La pandemia di Covid-19, e i conseguenti periodi di lockdown e di convivenza forzata, hanno aggravato situazioni problematiche già esistenti e portato all’esplosione di nuove violenze: secondo i dati diffusi dal Rapporto Istat Le richieste di aiuto durante la pandemia, nel 2020 le chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, sono aumentate del 79,5 per cento rispetto al 2019. È in questo contesto che prende avvio nel corso del 2020 Donne oltre i confini, il progetto nato dalla collaborazione tra Intesa Sanpaolo e D.i.Re. – Donne in rete contro la violenza, associazione a carattere nazionale che riunisce 82 Centri di organizzazioni di donne in tutta Italia (che gestiscono oltre 100 centri antiviolenza e 52 Case rifugio), per affiancare le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza e attivare azioni coordinate di prevenzione e di sensibilizzazione. Il primo percorso in partnership tra Intesa Sanpaolo e D.i.Re. si sviluppa nel biennio 2020/2021 con l’obiettivo di valorizzare differenti forme di [continua ..]
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NOTE
[1] Corporate Governance 4/2022, Intesa Sanpaolo: una nuova prospettiva di innovazione e generatività sociale. [2] Paragrafo 3.3.1 della ISO 26000:2020 Guidance on social Responsibility. [3] Questi criteri comuni sono definiti dai nuovi standard europei European Sustainability Reporting Standards (ESRS) approvati il 15 novembre dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) e prossimi alla presentazione in Commissione Europea, l’adozione ufficiale degli ESRS è prevista per il primo semestre del 2023. [4] Il Ritorno dello Stato Sociale, V Rapporto Secondo Welfare, 2022. [5] Il Ritorno dello Stato Sociale, V Rapporto Secondo Welfare, 2022. [6] European Commission (2019), Structured Dialogue between Social Partners – What it is and how it works. International Labour Organization (2019), Social Dialogue: A guide for workers’ organizations. United Nations (2015), Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development. [7] Per gli esempi di iniziative progettuali rappresentative di infrastrutture sociali e azioni di sistema si rinvia al paragrafo I progetti sociali di Intesa Sanpaolo e il loro impatto dal punto di vista dei partners della presente pubblicazione. [8] Zamagni, An Ethical anchoring of CSR for the Post-tayloristic Epoch, Second annual Forum on “Business Ethics and Corporate Social Responsibility in a Global Economy – New Perspective on Stakeholder [continua ..]