Rivista Corporate Governance ISSN 2724-1068 / EISSN 2784-8647
G. Giappichelli Editore

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I progetti di Intesa Sanpaolo e il loro impatto dal punto di vista dei partners Università e Scuola (di Andrea Rossi, Marina Pizzi, Federica Olivares, Dino Ruta, Chiara Bigotto, Beatrice Medici, Roberto Ruffino, Giuliano Favini.)


In questo capitolo vengono riportati i contributi di Andrea Rossi, Università Campus Biomedico, Marina Pizzi e Nicoletta Cusano, Università degli Studi di Brescia, Federica Olivares, Università Cattolica del Sacro Cuore, Dino Ruta, Chiara Bigotto, Beatrice Medici, Sda Bocconi, Roberto Ruffino – Fondazione Intercultura, Giuliano Favini, Logotel S.P.A. come esempio di alcune partnership di eccellenza realizzati da Intesa Sanpaolo con Università e Scuole.

Intesa Sanpaolo projects and their impact from the point of view of University and School

This section shows the contributions of Andrea Rossi, Università Campus Biomedico, Marina Pizzi e Nicoletta Cusano, Università Degli Studi Di Brescia, Federica Olivares, Università Cattolica Del Sacro Cuore, Dino Ruta, Chiara Bigotto, Beatrice Medici, Sda Bocconi, Roberto Ruffino, Fondazione Intercultura, Giuliano Favini, Logotel S.P.A. as an example of some excellent partnerships carried out by Intesa Sanpaolo with Universities and Schools.

SOMMARIO:

1. Il contrasto alla fuga dei cervelli: collaborazione a sostegno della cattedra in Bioingegneria - 2. Il sostegno all’Alta Formazione, il Master IAMI – Intelligenza Artificiale, Mente, Impresa - 3. Il sostegno al talento e al merito di Intesa Sanpaolo: il caso del Master in “Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - 4. Trend e competenze per il domani - 5. Internazionalizzare la scuola: mobilità studentesca ed educazione interculturale - 6. Webecome: la prevenzione dei disagi infantili e lo sviluppo delle life skills - 6.1. Il percorso e l’evoluzione di Webecome - NOTE


1. Il contrasto alla fuga dei cervelli: collaborazione a sostegno della cattedra in Bioingegneria

Andrea Rossi Mai come oggi l’università italiana è al centro delle sfide poste dalla contemporaneità, nel tempo incerto che caratterizza gli ultimi anni a livello globale. Luogo di scambio, socialità e confronto intergenerazionale per eccellenza, è chiamata a interpretare il suo ruolo alla luce della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo. L’accelerazione impressa ai vari campi dell’agire umano dalla potenza crescente degli strumenti digitali sta portando le università a interrogarsi sul tipo di formazione da adottare, su quali e quanti contenuti trasmettere agli studenti e soprattutto su quale sia l’approccio più efficace per poter affrontare i repentini cambiamenti della società ed acquisire gli strumenti necessari per essere all’altezza delle sfide future, anche globali. Le Università Italiane, e l’Uni­versità Campus Bio-Medico di Roma, guidano proattivamente questa discussione in alcuni settori come quello dell’ingegneria biomedica. Solo per citare un dato, nella survey del Forum Ambrosetti 2023 si evidenzia la necessità di formare, entro il 2026, oltre due milioni di occupati con competenze digitali di base per stare al passo con le necessità del mercato. Questo elemento proietta automaticamente la formazione e la ricerca scientifica al centro delle sfide cruciali del nostro Paese, per vincere le quali il Sistema Universitario Italiano deve essere quanto mai unito e sostenuto da politiche ad hoc e alleato con partner lungimiranti con i quali fare rete in progetti di sviluppo di medio-lungo termine. In questo senso, l’Università Campus Bio-Medico di Roma crede profondamente nel rapporto sinergico con le imprese, gli enti di ricerca, le altre università e le istituzioni Italiane, europee ed internazionali. È un giovane ateneo che compie quest’anno il suo trentesimo anno di attività, nato dal sogno di un gruppo di persone, medici e professionisti, guidati dalle idee e dalle parole del Beato Àlvaro del Portillo, ingegnere e ispiratore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e successore di San Josemaria Escrivà. Ogni giorno si formano da noi quasi 3.000 studenti italiani e stranieri, di cui il 62% donne, nei quattordici corsi di laurea delle nostre tre facoltà dipartimentali di Medicina e Chirurgia, Ingegneria, Scienze e Tecnologie per lo [continua ..]


2. Il sostegno all’Alta Formazione, il Master IAMI – Intelligenza Artificiale, Mente, Impresa

Marina Pizzi e Nicoletta Cusano La strategia europea e nazionale per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA) La dichiarazione di cooperazione firmata dagli Stati europei nell’aprile 2018 e i documenti successivi pubblicati dalla Commissione europea, L’intelligenza artificiale per l’Europa e Piano coordinato sull’intelligenza artificiale, hanno evidenziato l’importan­za strategica dell’Intelligenza Artificiale (IA) nell’attuale contesto socioeconomico. A ogni Stato membro è stato affidato il compito di sviluppare una strategia nazionale. La Strategia Nazionale per lo sviluppo dell’IA del Ministero Italiano per lo Sviluppo Economico (MISE), pubblicata alla fine del 2020, si basa sulla constatazione che l’IA sta trasformando ogni settore produttivo e sociale e che per competere con Cina e USA, che stanno investendo massicciamente in questo campo, l’Europa ha bisogno di esperti in IA. La Strategia Nazionale per lo sviluppo dell’IA è stata definita attraverso un processo consultivo, che ha coinvolto diverse parti interessate, tra cui imprese, università, associazioni di categoria e organizzazioni della società civile. L’obiettivo era creare un quadro di politiche pubbliche che potesse sostenere l’innovazione e la competitività italiana nell’ambito dell’IA, promuovendo al contempo la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. Il documento del MISE si focalizza sull’individuazione di obiettivi strategici dell’Italia per lo sviluppo dell’IA che tengano sempre in considerazione la centralità dell’essere umano, e quindi gli aspetti etici e la necessità di garantire la difesa dei diritti civili promuovendo la trasparenza e la responsabilità delle decisioni automatizzate. Questi includono: Promuovere la ricerca e lo sviluppo dell’IA attraverso la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese. Sviluppare un ecosistema di innovazione dell’IA in Italia, creando hub di competenze locali e promuovendo la nascita di nuove imprese. Sostenere la formazione di esperti di IA attraverso programmi di formazione specifici e corsi universitari. Favorire l’utilizzo dell’IA nell’industria e nei servizi, attraverso l’adozione di strumenti e soluzioni avanzate. Creare un quadro regolatorio chiaro e coerente [continua ..]


3. Il sostegno al talento e al merito di Intesa Sanpaolo: il caso del Master in “Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Federica Olivares Il Master in “Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Il Master in “Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations” è un programma di formazione internazionale, il primo a livello europeo, nato nel 2017 in seno all’Università Cattolica del Sacro Cuore da un profondo convincimento che la Cultural Diplomacy sia uno strumento di dialogo tra Paesi, oggi ancora più essenziale nel complesso contesto geopolitico internazionale. In estrema sintesi, il termine Cultural Diplomacy sta ad indicare una forma di policy-making attraverso cui gli Stati mobilitano le proprie risorse culturali per raggiungere obiettivi di politica estera. La natura di questi obiettivi, così come la tipologia di risorse culturali utilizzate per raggiungerli, si sono profondamente trasformati nel corso della storia e dei contesti geopolitici, tuttavia questo termine è venuto sempre più a connotare un’area specifica della politica estera e, di conseguenza, una componente indissolubile della Public Diplomacy di un Paese per promuovere gli interessi nazionali presso pubblici sempre più differenziati, non governativi, e quindi raggiungibili attraverso nuove forme di rappresentazione del Paese e della sua narrativa. La Cultural Diplomacy può essere oggi definita come l’affermazione strategica e competitiva di un sistema culturale in un’ottica di economia della cultura. Affermazione strategica: ciò significa non episodica, ma frutto di un insieme di azioni proattive, declinate in un arco temporale medio-lungo. Inoltre, competitiva, ossia consapevole di situarsi all’interno di un sistema competitivo globale di Soft Power, agito molto consapevolmente anche da Paesi che non hanno il nostro patrimonio culturale (assets), ma che sono assai abili in molti casi nel mobilizzare altre leve di Cultural Diplomacy, come testimonia, per esempio, il fatto che nel Rapporto globale sul ranking di Soft Power di 30 Paesi al mondo “The Soft Power 30”, l’Italia non sia mai stata al primo posto per gli indici legati alla Cultura. Affermazione di un Sistema Culturale, ossia non un patrimonio passivo, cioè assets culturali, ma un concetto dinamico di Cultura che mette in campo valori, eccellenze, know-how, cultura immateriale, ricerca e innovazione, [continua ..]


4. Trend e competenze per il domani

Dino Ruta, Chiara Bigotto e Beatrice Medici L’Industria degli Eventi Molto più che un semplice avvenimento o progetto, oggi i grandi eventi sono parte integrante dell’agenda politica dei paesi e delle strategie di investitori che ricercano impatti positivi, sia economici che sociali a più livelli. Gli eventi più importanti si configurano ormai come veri e propri ecosistemi in grado di unire comunità locali e leader globali, di stringere relazioni durature e di lasciare eredità capaci di incidere sulla società. Non a caso, archiviata l’esperienza pandemica, il business degli eventi ha ripreso rapidamente a crescere a un livello senza precedenti: nel 2021 il valore del settore era stimato in circa $ 958,54 miliardi, ma si prevede che entro il 2028 potrà raggiungere i $ 1.965,99 miliardi di giro d’affari (Allied Market Research, 2020). In particolare, all’interno del business degli eventi si stanno distinguendo tre industrie di rilevanza internazionale, quelle dello Sport, dell’Intrattenimento e delle Exhibition. L’Industria dello Sport Negli ultimi anni, lo Sport è divenuto un business a tutti gli effetti, al punto che il mondo sportivo vede sempre di più accrescere le proprie responsabilità, in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Ecco che le strategie di club, federazioni e organizzazioni sportive devono via via essere integrate con principi di pianificazione sostenibile e solidità a lungo termine. In particolare, lo Sport si nutre e vive di eventi, capaci di catalizzare milioni di fan che da tutto il mondo si sentono, in tempo reale, parte di una medesima community. Oltre che caratterizzati da un potenziale sociale inestimabile, gli eventi sportivi non possono trascurare la componente economica. Un evento sportivo è un prodotto che, come ogni prodotto di mercato, non è solo il bene o il servizio per soddisfare una domanda, ma anche il veicolo di un ricavo e in ultima istanza di un guadagno. In particolare, quello degli eventi sportivi è oggi un segmento in grande crescita a livello globale; si prevede che il suo fatturato raggiungerà i $ 28,98 miliardi nel 2023, con un tasso di crescita annuale (CAGR 2023-2027) del 2,72% e un volume di mercato previsto di $ 32,26 miliardi entro il 2027. Inoltre, nel segmento degli eventi sportivi, si stima che il numero di utenti [continua ..]


5. Internazionalizzare la scuola: mobilità studentesca ed educazione interculturale

Roberto Ruffino Quando in Italia si parla di “intercultura” con la “i” minuscola, il pensiero corre immediatamente al fenomeno dei flussi migratori degli ultimi anni ed ai nuovi bisogni che sono derivati dal confronto con la nostra società. Intercultura con la “I” maiuscola invece (e cioè la nostra Fondazione e Associazione ad essa collegata) ha sempre affrontato questo argomento da un punto di vista diverso e più ampio. La domanda che noi poniamo è questa: se in Italia non fossero arrivati alcuni milioni di persone da Paesi economicamente più deboli, sarebbe o non sarebbe necessario introdurre forti elementi di educazione al dialogo tra le culture nella nostra società ed in primo luogo nella nostra scuola? La nostra risposta è fortemente positiva: sì, sarebbe necessario, anche in assenza di flussi migratori. Lo esigono i processi di unificazione europea e quelli più generali di globalizzazione, che porteranno sempre più gli adulti di domani a vivere in una interazione quotidiana con persone, prodotti ed informazioni provenienti da tutto il mondo. Noi ci siamo dedicati a questo compito oltre 60 anni fa. Siamo stati probabilmente i primi in Italia ad usare il termine “intercultura” e a introdurre nella scuola la prassi e il linguaggio dello scambio interculturale. Lo abbiamo fatto in tempi in cui non c’erano fenomeni migratori, nella convinzione che prepararsi all’interculturalità fosse appunto una necessità imprescindibile del nostro tempo ed oggi – pur comprendendo l’urgenza di integrare nel nostro sistema i giovani di recente immigrazione – riteniamo che sia riduttivo parlare di educazione interculturale solo nell’ottica di questa urgenza. I pedagogisti e gli antropologi che hanno collaborato con Intercultura alla definizione degli obiettivi dei suoi programmi (cito per tutti Aldo Visalberghi e Tullio Tentori) hanno sempre sottolineato l’importanza di formare i giovani al dialogo internazionale e all’interpretazione delle culture: soprattutto gli studenti della scuola secondaria, prima che compiano scelte universitarie o professionali. La nostra notorietà è perciò legata agli scambi educativi giovanili che abbiamo organizzato con 108 Paesi di tutti i continenti: attualmente ogni anno oltre 2.000 ragazzi delle scuole secondarie, dopo una rigorosa [continua ..]


6. Webecome: la prevenzione dei disagi infantili e lo sviluppo delle life skills

Giuliano Favini Di che cosa parliamo quando parliamo di Webecome Webecome è un progetto che, come Logotel S.p.A., abbiamo avuto il piacere e l’onore di sviluppare insieme Intesa Sanpaolo S.p.A. Nello specifico, l’idea è giunta da Valorizzazione del Sociale e Relazioni con Università e Scuola; e noi, in qualità di Service Design Company, abbiamo lavorato a fianco della Direzione Politiche di Sviluppo e Learning. Webecome è una proposta educativa pensata per le scuole primarie, rivolta ai più di 2,5 milioni di bambini che le frequentano, ai loro genitori e agli oltre 240.000 insegnanti e dirigenti scolastici. Webecome è un supporto nelle azioni di prevenzione e contrasto ai nuovi fenomeni di disagio sociale e nelle iniziative di sviluppo delle competenze trasversali delle bambine e dei bambini. Il progetto Webecome ruota intorno a una piattaforma online, gratuita e sempre accessibile composta da video interviste con più di 70 esperti e di 200 video didattici, infografiche, approfondimenti e strumenti, per un totale di oltre 1.500 ore di formazione. Tutti contenuti ideati e pensati per offrire un nuovo approccio educativo. Webecome: una piattaforma aperta e inclusiva Abbiamo progettato Webecome con un obiettivo molto chiaro. Ovvero, che il servizio fosse sempre disponibile temporalmente e geograficamente, e accessibile da oltre 70 tipologie di device e per essere compatibile con tutte le dotazioni scolastiche, come per esempio le lavagne multimediali LIM. Questo perché il progetto è un’iniziativa di utilità sociale. L’ecosistema dei servizi di Webecome si articola in un sito vetrina, che ha l’obiettivo di promuovere e far conoscere il progetto a tutte le scuole primarie d’Italia e guidare insegnanti, dirigenti scolastici e genitori nella scoperta dei principi e delle tematiche del progetto oltre al supporto nell’apertura del proprio account per la fruizione dei contenuti. La piattaforma si appoggia invece ad un’istanza dedicata di Weschool, servizio già conosciuto e utilizzato dalle scuole: una piattaforma responsive che garantisce una logica di fruizione anytime and anywhere, capace di adattarsi alle abitudini di fruizione di ciascuno. Il contesto in cui ci muoviamo Facciamo però un piccolo passo indietro, necessario per comprendere al meglio il contesto e le problematiche da cui è scaturita la scintilla [continua ..]


6.1. Il percorso e l’evoluzione di Webecome

Webecome è un servizio attivo da oltre 5 anni e in continua crescita non solo come obiettivi di raggiungimento di nuove scuole e ampliamento delle partnership sul territorio, ma anche come continua evoluzione dei contenuti. La fase di sperimentazione Questa fase ha coinvolto quasi 100 scuole di 6 diverse regioni e oltre 120 insegnanti, incontrati in 4 appunti diversi (a Milano, Padova, Roma e Bari). Ogni sperimentazione ha previsto due giorni di workshop in presenza, articolati in momenti esperienziali per gli insegnanti, formazione sui principi dell’approccio educativo e sull’utilizzo della piattaforma e incontri con esperti, oltre a momenti strutturati di conversazione con i dirigenti scolastici delle scuole partecipanti per far emergere esperienze, specificità e criticità dei diversi territori. Dopo questi due giorni, il team di Webecome ha accompagnato gli insegnanti a distanza attraverso gli strumenti della piattaforma, nella scelta della tematica da affrontare con la classe, nella progettazione dell’esperienza educativa con i bambini, nel coinvolgimento della classe e nella raccolta della documentazione dell’esperienza. Post tematici in piattaforma, chat online con gli esperti e newsletter specifiche per le diverse fasi hanno coinvolto gli insegnanti per le 4-5 settimane successive al workshop in presenza, portando alla realizzazione di oltre 80 Diari dell’Esperienza, con il racconto del lavoro svolto da ogni insegnante e i risultati raccolti con oltre 2.500 bambini. La sperimentazione è stata una fase di arricchimento fondamentale per il progetto: ha permesso di affinare strumenti e contenuti e di raccogliere una serie di esperienze di riferimento (valutate e discusse con gli esperti della didattica) in modo che possano diventare di ispirazione e di esempio per tutti gli insegnanti che entreranno a far parte di Webecome. Il lancio e la comunicazione Come abbiamo visto, l’elemento principale, l’ecosistema dei servizi di Webecome, è comunicato attraverso un sito vetrina, che ha l’obiettivo di promuovere e far conoscere il progetto a tutte le scuole primarie d’Italia (la proposta, il network degli esperti e l’approccio educativo) e guidare insegnanti, dirigenti scolastici e genitori nell’apertura del proprio account per la fruizione dei contenuti. Insieme a questo spazio interamente dedicato all’iniziativa, sono state previste fin dal [continua ..]


NOTE