Rivista Corporate Governance ISSN 2724-1068 / EISSN 2784-8647
G. Giappichelli Editore

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Intesa Sanpaolo: una nuova prospettiva di innovazione e generatività sociale (di Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università Intesa Sanpaolo)


Premessa “La sostenibilità è il nuovo baricentro della nostra società”. Lo scriveva Mauro Magatti nel 2021. Sostenibilità implica, infatti, riconoscere che tutto è in relazione con tutto; che non c’è prosperità economica senza inclusione sociale; che la crescita deve fare i conti con l’ecosistema; che l’interesse individuale sta sempre in rapporto col bene comune; che la vita sociale non è mai riducibile ai coevi, ma è sempre un’alleanza intergenerazionale; che la diversità è una ricchezza se sa rispettare il bisogno di identità e di senso di appartenenza. Quella descritta è una prospettiva ampiamente condivisa e a cui si è giunti, nel corso dell’ultimo decennio, con una serie di trasformazioni e profondi cambiamenti in ambito economico-sociale. Cambiamenti che hanno costretto ad uno sguardo più attento sui grandi temi del climate change, della povertà e della diseguaglianza sociale via via emersi, e delle responsabilità in capo ai principali attori del sistema per superarli. La lunga marcia verso l’uguaglianza è un processo che la storia moderna ha consegnato tradizionalmente alla politica, ma in questi ultimi anni cresce la consapevolezza del ruolo che altri attori possono giocare in questa sfida, a partire dalla finanza. Ne è un esempio il decisivo ruolo che le banche centrali e la creazione di liquidità hanno assunto, dopo la crisi finanziaria del 2008 e la crisi pandemica del 2020-2021, dimostrando di essere una rete di salvaguardia. Nel collasso dell’econo­mia ereditato dalla crisi finanziaria e ampliato dalla crisi pandemica e dagli effetti di una guerra nel cuore dell’Europa, le banche centrali e i grandi gruppi bancari hanno dimostrato di essere capaci di reagire abbastanza in fretta per evitare default e la crescita esponenziale della povertà. Un approccio che si allontana dallo schema conservatore di una certa ortodossia economica e finanziaria, verso un impegno per lo sviluppo equo e sostenibile [1]. Se si vuole individuare uno spartiacque tra un prima e un dopo, si può ricorrere alle parole di Larry Fink, CEO di BlackRock, società leader mondiale di asset mgt (con quasi 7.000 miliardi di dollari di investimenti), che nel 2018, in una lettera annuale agli amministratori delegati delle più grandi aziende del mondo aveva sottolineato che le società devono avere uno scopo sociale, in quanto non sono più sufficienti le sole performance finanziarie. Sempre nel 2018 la Commissione Europea ha pubblicato il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile. Il Piano d’azione fa parte degli impegni che la Commissione ha messo in campo per collegare la finanza alle esigenze specifiche dell’eco­nomia europea, a vantaggio del pianeta e della nostra società, e [continua..]